“A Dio la mia fede,
All’Italia la mia vita,
Al Duce il mio cuore!”
Tutti e quattro di età inferiore ai 18 anni.
Da sinistra: Ivo Orlandi. milite della Guardia Nazionale Repubblicana, fu il primo ad essere trucidato a Valmasino (SO); Pietro Mazzoni, milite della G.N.R. ferroviaria ucciso nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1945 a Valmasino (SO): Nadia Sala, ausiliaria della G.N.R. , sopravvissuta (classe 1928); Luciana Minardi, nata il 26 settembre 1928, ausiliaria della G.N.R., seviziata, violentata e trucidata il 26 maggio 1945 a Cologna Venets (VR).
Al termine del conflitto, l'odio dei partigiani, autoproclamatisi vincitori di una guerra che senza il massiccio intervento americano non avrebbero mai vinto, si accanisce contro le Ausiliarie con una ferocia spesso disumana.
Molte pagano con la vita la loro partecipazione alla R.S.I. (non di rado dopo essere state stuprate), altre vengono rapate e fatte sfilare per le strade tra il ludibrio della feccia urlante, alcune denudate e frustate, altre ripetutamente violentate, in un'esplosione di odio bestiale che non ha e non può avere alcuna giustificazione.
Le meno sfortunate, che solo il caso sottrae al supplizio e alla morte, finiscono nei vari campi di concentramento, come il P.W.E. 334 di Scandicci (FI), tenuto dagli americani, o in quelli tenuti dagli italiani, questi ultimi definiti "di rieducazione morale": espressione davvero paradossale se si pensa che intanto, qua e là per l'Italia, dilaga la prostituzione agli invasori anglo-americani.
Da quei campi di concentramento le Ausiliarie usciranno solo dopo mesi e mesi di prigionia, le ultime nel gennaio 1946.
Questo fu il prezzo pagato dalle donne in grigioverde, che avevano servito l'Italia con onore e fedeltà, spinte solo da motivazioni ideali a vestire, prime nella storia nazionale, la regolare divisa di un esercito italiano.
Il S.A.F. (Servizio ausiliario Femminile) è la formazione militare che, in proporzione ai suoi effettivi, ha pagato il più alto tributo di sangue alla causa della R.S.I.